Economia e geopolitica sono sempre più connesse, ma in che mondo stiamo vivendo? La guerra in Ucraina sta sicuramente cambiando gli equilibri e portando degli effetti non solo nell’immediato, ma anche nel futuro. «La guerra in questo momento ha assunto una dimensione diversa rispetto allo scorso anno, peggiore. Perché un anno fa c’era la sensazione che tutto sommato questa guerra potesse risolversi e velocemente - spiega Dario Fabbri analista geopolitico e direttore di Domino -. Oggi abbiamo scoperto che per la Russia questa è una guerra esistenziale, diventando un conflitto aperto tra la Russia e l’Occidente». Ma cosa significa esistenziale? In considerazione anche del fatto che l’80% della popolazione russa crede nell’ideale di Putin? «Nell’interpretazione dei russi questa è l’ultima guerra che possono condurre altrimenti è in ballo la sopravvivenza del loro modo di vivere, del loro costume della loro percezione». Un conflitto di questo genere, nel quale noi italiani siamo considerati belligeranti, può proseguire per molto tempo. Dunque, chi la sta vincendo?
«Sul piano tattico i russi, perché i territori che ha occupato non li avevano prima della guerra. È una questione aritmetica sono chilometri quadrati - prosegue Fabbri -. Sul piano strategico la Russia sta perdendo, perché anzitutto commisurando gli obiettivi non ha conquistato tutto il paese. E secondariamente la Russia si era lanciata in questa guerra per sottolineare che la Nato fosse cerebralmente morta, invece sta conducendo la guerra da remoto e si sta addirittura allargando». Ancor più importante da sottolineare è la leva di influenza che la Russia utilizzava prima di questa guerra: l’energia. «Soprattutto verso gli italiani perché eravamo dipendenti del 40%, e verso la Germania che arrivava addirittura al 50%». Una guerra che, uscendo dal conflitto diretto, vede Germania e Italia come i primi paesi che stanno subendo gli effetti collaterali. «Perché è andata a toccare i nostri sistemi di sviluppo, pensiamo alla grande manifattura che si basava sull’energia a basso costo fornita dalla Russia. Eravamo facilmente dipendenti». Tra gli altri effetti collaterali della guerra c’è da considerare il liberismo, ovvero la possibilità di esportare ovunque: «Cosa che non c’è più, per volontà americana. Quarto effetto ci eravamo convinti che la guerra non esistesse più e se sul nostro paese questo va a toccare soprattutto l’idea di non saper bene a quali mercati rivolgersi e con quale sostegno energetico, in Germania si è aperto un altro dibattito: l’idea di riarmarsi». Un problema che l’Italia non si pone, ma il governo Scholtz ha già stanziato 100 miliardi a fondo perduto per il riarmo e ha promesso di voler spendere il 2% del Pil per i prossimi 20 anni in difesa, facendosi il terzo paese per spesa militare dopo Stati Uniti e Cina. Questa guerra, infine, oltre a vedere un ulteriore sconfitta della Russia che si deve rivolgere all’India e soprattutto alla Cina per esportare il gas, sta accelerando la competizione violenta tra quest’ultima e gli Stati Uniti. •.
«La guerra ora è un conflitto tra Russia e Occidente»
