Save, gruppo che gestisce gli aeroporti di Venezia, Verona, Treviso e Brescia Montichiari, ha presentato ieri a Top 500 «L’economia prende il volo: dal nord-est a Montichiari, la rinascita e lo sviluppo aeroportuale». Una rinascita complicata non solo per la drammatica scossa del Covid che ha visto un ritorno ai numeri di traffico del 2019 solo negli ultimi mesi del ’22 e nei primi del ’23, ma anche per la mancanza degli aeroporti nel Pnrr.
«Gli aeroporti sono stati completamente esclusi, anche se, con questo nuovo governo, stiamo provando a presentare una serie di progetti importanti per gli aeroporti, che hanno cominciato il loro percorso verso la sostenibilità già molti anni fa - commenta Monica Scarpa, amministratore delegato del gruppo SAVE -. Se guardiamo le emissioni complessive di anidride carbonica l’incidenza a livello di trasporto complessivo è del 13%, quella del trasporto aereo è il 3,2% e in particolare, i gestori aeroportuali si attestano a meno del 5% di questo 3,2%». Infine, nonostante il traffico verso i paesi del sud est asiatico e della Russia siano bloccati, le prospettive sono di crescita. Ci sono sinergie nella gestione complessiva degli aeroporti gestiti da Save. Quello di Verona sta sviluppando un traffico prevalentemente di passeggeri mentre Brescia di cargo merci. L’aeroporto di Montichiari, infatti, ha una vocazione prevalentemente cargo grazie alla posizione logistica, tant’è che l’aeroporto è già hub di postecargo e sta lavorando con DHL e altri operatori per lo sviluppo di tutto l’e-commerce. In termini di implementazione dell’aeroporto sono già stati spesi oltre 10 milioni di euro per la pista che è stat ultimata due anni fa, mentre sono circa 100 i milioni di euro che devono essere investiti prevalentemente per i nuovi magazzini.
«C’è da sottolineare che oggi stiamo vivendo un problema di capacità, in questo momento l’aeroporto ha utilizzato tutti gli spazi che ha a disposizione quindi per crescere necessita di ulteriore spazio - dice Scarpa -. C’è molto da fare e diciamo che la burocrazia non aiuta. Il piano di sviluppo era stato presentato nel 2019 e sta ancora aspettando approvazione dal ministero dell’Ambiente. Speriamo di riceverlo entro settembre-ottobre». Per ovviare a ciò, lo scorso anno è stata riconvertita parte dell’aerostazione in magazzino cargo recuperando una superficie di 4500 mq, spazi che oggi sono già pieni. Rimane positiva l’interlocuzione con gli imprenditori e le amministrazioni locali. «C’è un bisogno reciproco - dice Scarpa -. Sul territorio diamo da lavorare a oltre 890 persone tra diretti e indiretti e generiamo un pil di circa 60 milioni di euro. La zona inoltre è perfetta per lo sviluppo dell’aeroporto in quanto ha un abitato vicino molto ridotto e nessun impatto ambientale».
Al contempo, l’aeroporto di Montichiari sta sviluppando nuove tecnologie. «L’intermodalità del futuro sarà aria - aria grazie ai vertiporti, cioè aree di decollo verticali - chiude Scarpa -. Questo è il trasporto del futuro, ovvero utilizzare dei droni per il trasporto merci sia in verticale che in orizzontale».•.
«Il futuro? Potrà essere il vertiporto»
