Un supporto «concreto e costante», che nel 2022 si concretizzerà in oltre 13 milioni di euro a favore del tessuto produttivo ed economico bresciano. Un impegno sui temi decisivi per la competitività delle imprese, dall'internazionalizzazione alla formazione, fino al Piano nazionale di ripresa e resilienza fino alla sostenibilità, asset strategico su cui puntare per restare sui mercati internazionali. Roberto Saccone, leader della Camera di commercio di Brescia da novembre 2019 (e membro del Comitato esecutivo di Unioncamere nazionale), analizza il periodo e sottolinea il ruolo dell'ente di via Einaudi a fianco delle aziende per sfruttare al meglio la ripresa e superare le difficoltà. Partendo anche dal protagonismo sul Pnrr, con due progetti già in elaborazione con altre realtà del territorio per rilanciare il ruolo della formazione professionale ed universitaria a sostegno dei bisogni del sistema produttivo.
Presidente, qual è il peso della Camera di commercio per il territorio?
«L’ente camerale è un soggetto terzo, in grado di interpretare e ascoltare i bisogni delle imprese e definire interventi in tre direzioni: creare cultura sui temi più strategici e importanti di questa fase, fare informazione e formazione, fornire supporti e dare alle aziende le competenze necessarie, soprattutto in un momento di svolta epocale con la transizione dovuta a sostenibilità e digitalizzazione che richiede un accompagnamento e risorse. Contemporaneamente, forniamo supporti più verticali a settori specifici con necessità particolari: tra questi turismo e accoglienza, che hanno sofferto gli ultimi due anni in modo pesante e in provincia hanno un potenziale ancora inespresso, che può dare un ulteriore contributo alla sviluppo economico e sociale del territorio».
Qual è l'impegno concreto dell’ente camerale per le imprese?
«Nel Bilancio di previsione 2022 abbiamo stanziato circa 13 milioni di euro a favore del sistema economico e produttivo del territorio, tra cui cui 2,7 milioni dedicati all'area innovazione e sostenibilità, 1,1 milioni per le azioni di internazionalizzazione, 1,4 milioni per la formazione, 4,4 milioni per la promozione del territorio e 2,4 milioni per il sostegno al credito. Uno sforzo simile a quello del 2021, quando abbiamo impegnato quasi 14 milioni di euro e segno della grande attenzione che la Camera di commercio dedicat all'economia dell'intera provincia».
I dati sull'export confermano la grande vocazione all'internazionalizzazione del made in Bs: al terzo trimestre 2021 si è già toccato il massimo storico per la provincia, con quasi 14 miliardi di euro di prodotti esportati e un saldo commerciale pari a quasi 5,6 miliardi...
«Questo è un aspetto di grandissima rilevanza per il territorio: sviluppare fatturato all'estero è diventato fondamentale, si riduce il rischio d'impresa, aumentano i volumi, si migliora l'organizzazione aziendale affrontando mercati diversi con strategie più mirate, non solo esportando ma anche presidiando i mercati con proprie strutture di promozione e di vendita, acquisendo la cultura (d'impresa e non) dei partner e valorizzando ulteriormente il proprio marchio. Pro Brixia, l'azienda speciale della Camera di commercio dedicata all'internazionalizzazione, promuove diverse attività per aiutare le aziende bresciane ad affacciarsi sui mercati esteri: occasioni di scambio tra la domanda internazionale e l'offerta locale con incontri InBuyer, selezionando i potenziali compratori, accompagna le imprese a fiere nazionali e internazionali, con bandi che offrono la possibilità di finanziare il 50% delle spese di partecipazione alle fiere. Senza dimenticare l’attività di formazione e informazione e il collegamento con Assocamere estero, con cui organizziamo incontri dedicati a specifiche nazioni».
Bene le vendite all’estero, segnali incoraggianti dalla ritrovata voglia di fare impresa...
«La ripresa è stata intensa per alcuni comparti, soprattutto il manifatturiero. Anche l'edilizia sta andando molto bene, complici gli incentivi fiscali e i Bonus, il mondo agricolo si sta comportando discretamente, la manifattura artigiana beneficia del momento di buona congiuntura, mentre un altro discorso riguarda il commercio. L'economia in quell'ambito è in difficoltà, per non parlare di turismo e accoglienza, ripiombati nei guai lo scorso inverno dopo un'estate che aveva fatto pensare che il momento peggiore fosse alle spalle. Adesso c'è molta preoccupazione, che riguarda tutti i comparti, dovuta ad un insieme di fattori: caro energia, materiali e trasporti, interruzioni della supply chain, con alcune realtà che rischiano la chiusura causa l’impennata dei costi».
Si parla molto di Pnrr, con ricadute che per Brescia potrebbero essere molto interessanti: Confindustria ha stimato che sul territorio potrebbero arrivare almeno 4 miliardi da qui al 2026. Ma come ci stiamo muovendo?
«Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è una grande opportunità per fare atterrare sul territorio infrastrutture e progettualità di grande interesse. È però fondamentale, affinché ci siano ricadute concrete anche per le Pmi, avviare azioni di sistema come il Centro di sviluppo per la sostenibilità, da cui prendono il via le iniziative di Confidustria. I progetti di sistema sono fondamentali perché le piccole e medie imprese possano beneficiare in termini commerciali di questa opportunità; dall'altro lato, questi progetti consentono alle aziende di inserirsi e partecipare, con finanziamenti e incentivi in particolare in tema di ricerca e sviluppo e sui temi della digitalizzazione».
In questa partita quale ruolo può giocare l’ente camerale?
«Partecipiamo al tavolo organizzato dalla Confindustria territoriale e stiamo lavorando su due bandi importanti. Uno è l'Ecosistema dell'innovazione, del Miur, che vede protagoniste le università a livello sovraprovinciale, con Bergamo, e finanzierà l'assunzione, da parte dei due atenei, di 250 ricercatori da impegnare in progetti di ricerca su tematiche definite di grande interesse per l'impresa, dalla sostenibilità all'economia circolare. L'altro progetto, che coinvolge anche la Provincia, riguarda il potenziamento degli Istituti tecnici professionali: devono essere maggiormente promossi perché possono dare un grandissimo contributo ai giovani nel loro percorso scolastico dopo le superiori, con percorsi biennali utili a creare professionalità che in provincia sono decisamente carenti».
Proprio il lavoro è un’altra sfida non indifferente per il territorio...
«Unioncamere edita Excelsior che, su base statistica, intervista le aziende per acquisire i dati relativamente ai fabbisogni di manodopera: l'ultimo rapporto segnala che più del 40% delle imprese non trova i profili professionali di proprio interesse. Il lavoro c'è, ma il problema è che non si trova personale sufficientemente qualificato: il Piano nazionale di ripresa e resilienza può finanziare la formazione e la ricerca anche in questo frangente, con ricadute dirette e indirette su tutte le imprese bresciane. Un’altra occasione che deve essere colta al meglio».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA