di Manuel Venturi

Beretta investe sul Metaverso «Ora anticipiamo il futuro»

L’ALTRA FRONTIERA 21 feb 2022
Franco Gussalli Beretta è il presidente di Confindustria Brescia Franco Gussalli Beretta è il presidente di Confindustria Brescia

In principio era il 4.0, ora è il Metaverso. Se la digitalizzazione è il presente, ma anche il futuro dell'industria, Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia (nonchè leader della storica Fabbrica d’Armi Pietro Beretta di Gardone Valtrompia), guarda ancora più in là, alle prossime opportunità che potrebbero aprirsi anche per le imprese bresciane, nel nuovo spazio virtuale che sta iniziando a prendere piede in varie forme nel mondo. D'altronde, «vent'anni fa, Internet sembrava potesse avere solo una dimensione ludica, ora è uno strumento imprescindibile», sottolinea il leader dell’organizzazione imprenditoriale con quartier generale in via Cefalonia in città. Ma non c'è solo il futuro. I timori, dopo un 2021 nel complesso di forte rilancio, sono legati ai rincari di energia e materie prime, che potrebbero rappresentare «un nuovo Covid» e impattare anche sugli effetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e sulla cronica mancanza di personale specializzato.

Presidente Gussalli Beretta, si aspettava una ripresa così forte dell'economia bresciana l’anno scorso?

«Da imprenditore, fin dai primi mesi del 2021, avevo riscontrato una certa positività, che è stata confermata dai numeri, con alcuni settori che hanno registrato risultati eccezionali. Sembrava che lo scorso esercizio potesse essere da record, anche se non tutti si aspettavano un simile rimbalzo, sia in termini di fatturato che di export: questo è avvenuto grazie alla capacità imprenditoriale italiana, che ha raggiunto buone dimensioni, con aziende internazionali in cui l'imprenditore partecipa in presa diretta, con capacità creative e dinamiche. Questo anche grazie ad una struttura economico-finanziaria molto solida, ma anche ai continui investimenti in macchinari, nel digitale e nel capitale umano».

Proprio sul fronte del capitale umano, però, Brescia soffre da anni la mancanza di personale specializzato in alcuni settori...

«A Brescia e nel resto d'Italia, in comparti come il manifatturiero, ci sono competenze difficili da ritrovare in altri luoghi del mondo, ma se il sistema produttivo bresciano deve fare un salto in avanti deve migliorare ulteriormente in questo campo, perché il mondo sta viaggiando a una velocità incredibile. Confindustria ha sempre avuto una grande sensibilità in questo senso, investendo molto sulla formazione, portando in città l'Università, ma anche stimolando il tessuto scolastico: stiamo dialogando con gli istituti tecnici e formativi per far crescere nuove competenze, perché il capitale umano è condizione d'esistenza. Se non si hanno persone con professionalità adeguate per la transizione ecologica e il digitale e, contemporaneamente, non si continua a formare chi lavora in azienda, si perderà terreno con il resto del mondo, che fra tre anni sarà già a un livello ancora più alto rispetto ad oggi».

In uno scenario in costante e rapida evoluzione qual è la prossima frontiera dell'industria?

«Il Metaverso è un mondo completamente nuovo e non è distante dalla manifattura, con le moderne tecnologie si raggiungeranno presto nuove frontiere. Servono continui investimenti in automazione, mentre siamo impegnati a trasformare le fabbriche con la gestione dei dati già cominciamo ad intravedere la nuova sfida del Metaverso: i ragazzi che entreranno e i collaboratori che si stanno aggiornando sul 4.0 devono iniziare già ora a pensare di imparare a confrontarsi al meglio con tutto quel mondo virtuale. Come Confindustria, dobbiamo essere in grado di anticipare le necessità del futuro».

Se il futuro è il Metaverso, il presente impone di fare i conti con alcune sfide accompagnare da forti segnali di preoccupazione...

«Nella seconda metà del 2021, il Fit for 55 ha rallentato pesantemente tutta la filiera dell'automotive, poi sono arrivati i problemi per le materie prime e l'impennata dei costi dell'energia, che rischia di essere un nuovo Covid per le imprese: il Governo italiano e l'Europa devono ragionare con determinazione su una politica energetica a medio termine. Finchè la transizione ecologica non sarà reale, agendo sulla sburocratizzazione delle fonti rinnovabili, servono compromessi nel breve periodo: da accordi con nuovi Paesi per le forniture di gas fino al nucleare di quarta generazione».

Brescia ha puntato molto sulla sostenibilità: a che punto siamo in questa partita considerata sempre più strategica?

«Molte aziende hanno intrapreso questo percorso con investimenti importanti, come dimostra la crescente richiesta di figure con competenze sulla transizione ecologica. Tanti, Confindustria compresa, redigono il proprio Bilancio di sostenibilità, che diventa un fattore di competitività anche per la partecipazione ai bandi e per l'accesso al credito».

Capitolo Piano nazionale di ripresa e resilienza: quali speranze ci sono per il made in Brescia?

«Le potenzialità sono enormi, la struttura di Confindustria ha analizzato moltissime opportunità. Ne abbiamo identificate un paio su formazione e ricerca, ma ci preoccupa l'attuazione del Piano, che al momento risulta strutturato in maniera molto complicata. Per noi si tratta di un importante salto culturale, tuttavia gli interlocutori ci dicono che il nostro approccio è quello giusto anche grazie al Tavolo che mette in relazione le istituzioni e tutti i portatori di interesse in questo ambito. Purtroppo il continuo aumento dei costi dell'energia rappresenta una spada di Damocle anche sul Pnrr e potrebbe avere gravi ripercussioni».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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